giovedì 10 maggio 2012

«I FIGLI, PRIMAVERA DELLA FAMIGLIA E DELLA SOCIETÀ»


Viviamo in un’epoca di crescenti e sistematici attacchi contro la famiglia e contro la vita. In questo contesto bisogna comunque evitare sia un pessimismo paralizzante, sia un ottimismo ingenuo e irreale. La tendenza a mettere in dubbio l’istituzione familiare, la sua natura e missione, il suo fondamento sul matrimonio (unione di amore e di vita tra un uomo e una donna) è, per così dire, generalizzata in determinati ambienti molto influenti, segnati da una mentalità secolarizzata. Tale tendenza si può osservare in alcune organizzazioni politiche nazionali e internazionali, è presente anche in importanti mezzi di comunicazione; essa sconvolge la vita economica e professionale di molti e ostacola la percezione della realtà del matrimonio nei nostri figli.
La situazione globale dell'infanzia nel mondo è molto lontana dall’essere soddisfacente. Molti bambini soffrono il male delle guerre, della miseria, delle malattie, del lavoro minorile, dell'abominevole sfruttamento sessuale, di sequestri, perfino allo scopo di fornire organi per i trapianti. La fecondità ha subito un crollo in molte regioni, specialmente laddove le ricchezze sono abbondanti. La piaga del divorzio dilaga in paesi di lunga tradizione cristiana. L’aborto ferisce profondamente l'anima dei popoli e le coscienze delle persone. Le «unioni di fatto» costituiscono un grave problema sociale ogni giorno più esteso. C'è il rischio che un tale stato di cose porti i nostri figli a dubitare di se stessi e del loro futuro, e a contribuire alla loro sfiducia sulla propria capacità di amare e di assumere gli impegni matrimoniali.
Questa crisi è rivelatrice di una malattia dello spirito che si è allontanato dalla verità e di unaantropologia erronea; riflette, inoltre, un relativismo e uno scetticismo senza precedenti. Essa dimostra che l’uomo è tentato di chiudersi alla verità su se stesso e sull'amore. Di fronte a questo rischio, occorre ribadire la nostra speranza nel futuro, lasciandoci guidare dal realismo che scaturisce dal Vangelo, e da una profonda fiducia in Dio, senza nascondere la gravità dei mali che minacciano le giovani generazioni. E’ proprio al cuore disilluso dell'uomo che desideriamo portare un messaggio di speranza, rivolgendo il nostro pensiero a coloro che costruiranno il mondo del terzo millennio: i nostri figli!