martedì 5 aprile 2011

Nessun uomo è un’isola

C’è in me molta superbia, molta vanità, molto amor proprio. E tuttavia, ora, mi accade una cosa strana. Certi giorni dopo l’orazione, anche se in essa mi sembra di non sentire proprio nulla, scopro in me un gran desiderio di amare tutti i membri della mia comunità, quasi un’ansia di amarli come Gesù li ama. Così invece di scandalizzarmi della debolezza di un fratello, come sempre mi accadeva, provo per lui una grande tenerezza”.

"Nessun uomo è un’isola": da John Donne a san Benedetto, l’io da solo non basta