venerdì 29 gennaio 2010

Seminati per terra

Dalla Lettera a Diogneto

Come è l'anima nel corpo, così nel mondo sono i cristiani. L'anima è diffusa in tutte le parti del corpo e i cristiani nelle città della terra. L'anima abita nel corpo, ma non è del corpo; i cristiani abitano nel mondo, ma non sono del mondo (Gv 17,16). L'anima invisibile è racchiusa in un corpo visibile; i cristiani si vedono nel mondo, ma la loro religione è invisibile. La carne odia l'anima e la combatte pur non avendo ricevuto ingiuria, perché impedisce di prendersi dei piaceri; il mondo che pur non ha avuto ingiustizia dai cristiani li odia perché si oppongono ai piaceri. L'anima ama la carne che la odia e le membra; anche i cristiani amano coloro che li odiano.

L'anima è racchiusa nel corpo, ma essa sostiene il corpo; anche i cristiani sono nel mondo come in una prigione, ma essi sostengono il mondo. L'anima immortale abita in una dimora mortale; anche i cristiani vivono come stranieri tra le cose che si corrompono, aspettando l'incorruttibilità nei cieli (1 Cor 15,50)… Dio li ha messi in un posto tale che ad essi non è lecito abbandonare.

mercoledì 27 gennaio 2010

Aggiungi la tua firma

Urge tutelare il diritto alla vita e diffondere una cultura di vita e non di morte.
Ci crediamo più civili dei nazisti...>
Per Salvatore Crisafulli e tanti altri: aggiungi la tua firma!

martedì 26 gennaio 2010

Salvatore Crisafulli

Vorrebbe vivere, ma l'unico aiuto che riceve è quello a morire.
Il fratello Pietro è distrutto dopo il grave incidente che ha ridotto l'altro fratello Marcello in condizioni gravissime e la settimana prossima vuole partire da Catania con Salvatore per una iniezione letale in Belgio.



domenica 24 gennaio 2010

la dimensione perduta

Ho assistito con molta partecipazione a questo insolito e gioioso evento trasmesso oggi da raiuno, trovando molto dolci, sensate e profonde le parole del Cardinale Bagnasco.


Con l'augurio che anche la TV diventi in 3D ritrovando una dimensione perduta: la profondità!!!

giovedì 21 gennaio 2010

l'amore genera libertà e chiede libertà

Il Papa: «Il futuro è nelle mani di Dio,
non di maghi e economisti»...>

Orripilante

L'emblema di ciò che vorrebbero far diventare le donne: Emma Bonino.

Ognuno si rispecchia dove vuole...EMMATAR!!!

Il merluzzo sfratta il Papa

martedì 19 gennaio 2010

domenica 17 gennaio 2010

parole e parole

Siamo sommersi da troppe parole, dette e scritte, però se la vita di chi parla è già un grido, le sue parole si ascoltano diversamente.
L’inferno di Haiti e il Paradiso dal blog di Antonio Socci - Lo Straniero

sabato 16 gennaio 2010

grazie a Franca C.

Ringrazio Franca C. per avermi inviato questo discorso di don Nazareno Galullo ai giovani che pubblico qui:
Questa volta non voglio parlarvi delle beatitudini così come l'anno scorso. Non vedo queste realizzarsi nei cristiani, nei maestri di vita e di fede, non le vedo realizzarsi neanche in me. Gli afflitti restano afflitti, i miti restano degli illusi, i misericordiosi sono dei fessi, gli operatori di pace fanno solo bandiere, quelli che hanno fame e sete di giustizia vengono condannati, e quando si viene insultati a causa di Gesù si rimane soli!
Perché tutto questo?

Non so spiegarmelo. Questa è la pagina più strappata del vangelo. Non la vedo realizzarsi in me, non ci riesco. Mi fa tanto male sapere che la felicità che desidero tanto si realizza con questa logica al contrario. Io vedo che in questo mondo i beati sono altri, sono quelli che riescono a raggirare le leggi e la giustizia corrompendo, sono quelli che riescono a truffare lo stato non pagando le tasse, sono quelli che se ne fregano della pace e sono per la guerra, sono quelli che si vendicano anziché perdonare, sono quelli che sono lodati anziché insultati a causa di Gesù. Perché?

Ho bisogno di fede per leggere la parola "beati" in quelle cose...
Ho bisogno di credere senza avere visto...

Oggi voglio chiedere aiuto a Dio: Signore, aiutami a credere che non hai usato il presente ma il futuro. Per un attimo mi è sfuggito che dopo ogni beatitudine i verbi sono al futuro: saranno chiamati figli di Dio, troveranno misericordia, vedranno Dio, saranno saziati, erediteranno la terra, saranno consolati. Ma...ma....

Mi sto rendendo conto che due cose sono al presente: poveri in spirito e perseguitati per causa della giustizia. Io non sono povero in spirito, purtroppo e forse non ho mai sperimentato che cosa significhi che è anche mio il regno dei cieli. Probabilmente è questo che non mi fa vedere la positività delle beatitudini. E, sinceramente, non sono neanche stato mai perseguitato per causa della giustizia. Alla fin fine, mi sono sempre fatto i fatto miei, ho anche cercato di addolcirmi il vangelo, forse ho visto un Gesù morbido, che mi chiedeva poco... alla fin fine.

Devo convertirmi a vivere oggi il vangelo, a vivere nel presente anche le beatitudini per scoprire una felicità vera, eterna, beatitudine.

Mi viene in mente che, essere beati, costa tanto, ma è meglio così. Mi fido di Gesù: lui queste cose non le ha solo insegnate come fanno certi, forse come ho fatto anche io tante volte. Lui le ha proprio vissute. Voglio fidarmi di lui, voglio guardare al presente con gli occhi suoi che mi consigliano le beatitudini per viver da vero cristiano. Sono stufo, in fondo, di vivere un cristianesimo di facciata, che faccia parlare solo bene di me.

Hanno perseguitato i profeti, anche prima di me. Una cosa chiedo al Signore: aiutami ad essere un vero cristiano che viva un cristianesimo vero, profetico. Senza paure di persecuzioni. Aiutami, Signore....

Il dolore e il grido

di Davide Rondoni

E noi apriamo le nostre palme vuote


La tragedia di Haiti lascia senza fiato. Gigantesca. Più di quanto si immaginava. Il numero delle vittime imprecisato, si parla di decine e decine di migliaia. In una parte di un’isola già povera e provata da miseria e fatica di vivere, si è abbattuta una sventura che lascia attoniti. Come se a sventura si aggiungesse sventura in un baratro senza fondo. Haiti, nome esotico e di buia miseria. Nome di terra lontana. Di popolo provato e povero. E il fiato non si sa dove prenderlo. Se metti la faccia tra le mani, il respiro non torna. E se anche ti volti da un’altra parte, il respiro non torna. E se ancora maledici i terremoti, non torna. Come non tornano le decine di migliaia di innocenti. I bambini e le donne. Come non tornano i sepolti vivi.

Un raddoppiamento di male. Di sventura. Un raddoppiamento di catastrofe. Una insistenza del dolore e della mancanza di fiato. Come se nessun "perché" gridato in faccia a nessuno e nemmeno gridato in faccia al cielo potesse esaurire lo sconforto, e la durezza che impietrisce davanti al disastro e alle immagini di disastro. Nessun "perché" rigirato nelle mani, nessuna domanda ricacciata in gola, può esaurire l’inquietudine. Una doppia ingiustizia. Una moltiplicata sventura. Anche il cuore più sordo sente il grido di questa sventura. Anche il cuore più duro si crepa davanti alla morte che domina così apertamente, così sfacciatamente. Anche l’anima che non sospira mai, sente il fiato che si tira. Il fiato che non arriva. Il fiato che si rompe.

Quasi non si arriva nemmeno alla domanda, lecita, urgente di cosa si può fare, di fronte a questa tragedia. Quasi non si arriva a formulare nessuna domanda su cosa fare, perché si rimane inchiodati a una domanda più forte, più radicale: cosa possiamo essere? Sì, insomma, cosa si è, cosa è essere uomini davanti a questi eventi? Perché sembra quasi che ogni forza nostra, ogni umana dignità siano annullate. Radiate. Come se esser uomini davanti a tali tragedie sia quasi una cosa grottesca. Tappi di sughero nel mare in tempesta. Formiche in balìa della strage, come diceva Leopardi di fronte al Vesuvio sterminatore.

Da dove riprendere fiato, umanità, dignità davanti a tale strage? Non c’è altra possibilità: davanti a questo genere di cose, o si prega o si maledice Dio. O si è credenti o si diventa contro Dio. Una delle due. E se il cristiano dice di esser quello che prega, invece di esser l’uomo che maledice, non lo fa per sentimentalismo. Non lo fa per comodità. Anzi, è più scomodo. Molto più scomodo. Ma più vero. Perché quando il mistero della vita sovrasta – nella sventura come nelle grandi gioie – è più vero aprire le palme vuote, o piene di calcinacci o di sangue dei fratelli e dire: tienili nelle tue braccia. Tienili nel Tuo cuore. Perché noi non riusciamo a conservare nemmeno ciò che amiamo. Perché la vita è più grande di noi, ci eccede da ogni parte, e la morte è un momento di eccedenza della vita. Un momento in cui la vita tocca fisicamente il suo mistero.

La natura non è Dio. In natura esistono anche i disastri. Come gli spettacoli e gli incanti. Ma la natura non è Dio. Non preghiamo la natura, che ha pregi e difetti, come ogni creatura. Preghiamo Dio creatore di abbracciare il destino delle vittime. Il destino triste di questi fratelli. Che valgono per Lui come il più ricco re morto anziano e sereno nel proprio letto. Che ci ricordano, nel loro dolore, che non siamo padroni del destino.


mercoledì 13 gennaio 2010

La sfida di Nadine

«nessuna donna ha il diritto di attaccare le nostre tradizioni in questa maniera».. purtroppo...>

Che stile!

Augias. È stato sprezzante e volgare: è il suo stile!!!
Ne preferisco un altro:

martedì 12 gennaio 2010

L'UOMO VIVO

"Il moderno rivoluzionario, essendo illimitatamente scettico, è impegnato a minare le sue stesse miniere. In un libro di politica, attacca gli uomini perchè calpestano la morale; in uno di etica attacca la morale perchè calpesta gli uomini. Perciò l'uomo in rivolta è diventato inutile ai fini di qualunque rivolta. Ribellandosi contro tutto, ha perso il diritto di ribellarsi contro qualunque cosa". G.K.Chesterton

Il grido di dolore di Pietro Crisafulli

“Porto Salvatore a morire in Belgio”...>

“Volevo dirle che ci siamo accorti che la gente comune ci vuole bene. Ci sostiene, hanno anche creato una raccolta fondi. Lo Stato manca, ma la solidarietà esiste. Lo scriva, questo”.

più testimoni che maestri

"Soffriamo non una penuria di eloquenti oratori o di biblisti, ma di padri e di santi, quelli che sanno toccare il cuore non (solo) per la capacità di parlare, ma perché loro stessi sono un avvenimento di vita nuova per chi li incontra. Voglio fare un esempio per quanto riguarda la Chiesa.

Padre Pio notoriamente non era un grande oratore. Tutt’altro. Le sue omelie erano semplici e scarne: ricordava la verità come è espressa nel Catechismo della Chiesa Cattolica e tanto bastava.

Eppure ha smosso milioni di persone, oceani di uomini e donne sono andati da lui e si sono convertiti, spesso cambiando radicalmente vita, per essersi confessati da lui o per aver visto ciò che accadeva alla messa che lui celebrava (riviveva infatti tutta la Passione di Gesù). E’ solo un esempio, ma che basta a capire che la Chiesa non ha bisogno anzitutto di predicatori eloquenti, ma di santi.

Infatti Benedetto XVI ha dedicato questo “anno sacerdotale” non a un grande oratore, ma a un uomo umile (e grande) della provincia francese, il santo Curato d’Ars, indicato come esempio per ogni sacerdote. Non per l’omiletica, ma perché era un vero uomo di Dio."
Dal blog di Antonio Socci, il quale sta vivendo una prova grandissima con il coma della figlia Caterina, di cui puoi ascoltare la voce, registrata anni prima, in questo video qui sotto:

lunedì 11 gennaio 2010

per il martirio di sette cristiani copti assassinati in Egitto

"Che la loro protezione aiuti Vescovi e Sacerdoti (in questo anno sacerdotale) ad uscire dal politicamente e dal mass-mediaticamente corretto, per ritrovare anche nelle parole la forza dell’annuncio di quel Cristo che è l’unica ragione di vita per ogni uomo."
(Dal messaggio di S.E. Luigi Negri)

razza di ipocriti

Attore

Quanto sia distante il mondo odierno da quello dei secoli cristianissimi lo si vede nel mutato ruolo sociale dell’attore. A quei tempi categoria disprezzata e tenuta buona tutt’al più per far ridere, oggi è il sogno di ogni giovane. Intere città sono sorte attorno al mestiere, Hollywood in primis. Sono reputati divinità («divi») e alcuni diventano così ricchi da eguagliare i Pil nazionali. Democratica al massimo (chiunque può diventare attore), la categoria è considerata al top della cultura, tanto da ricevere, oltre a quelle del settore, onorificenze governative e di organismi internazionali. L’attore, colui che finge di essere quel che non è, è il modello sociale per eccellenza, così come in altro tempo lo era il cavaliere. Mi si dirà che ciò vale anche per i cantanti e i calciatori. Tuttavia, anche costoro ricevono consacrazione finale solo quando diventano attori, fosse solo di spot pubblicitari. Il nostro mondo, insomma, idolatra l’attore, colui che finge per mestiere di essere qualcun altro. Inquietante.

(Da Antidoti di Rino Cammilleri)

Ho detto con sgomento:
"Ogni uomo è inganno". (dal salmo 116)


* ALI AGCA, L'ATTENTATORE DI PAPA WOJTYLA ESCE DAL CARCERE IL 18 E PENSA A LIBRI E FILM ...>


* I colletti bianchi che riducono e selezionano le nascite...>
(Questo libro l'abbiamo comprato nel 2000 e dopo l'11 settembre 2001 tante riflessioni sulla cultura della morte risuonano sempre più...come, ad esempio, quanto affermava Madre Teresa: non possiamo meravigliarci di tanta violenza in giro finché una madre ucciderà il suo figlio più indifeso!)

* Pericolosi fanatici dalla cieca fede pseudo scientista ci spaventano con altre temperature...>

* Altri pseudociechi fanatici laicisti queste cose non le vedono...o non le capiscono??? ...>

* Qui in occidente i cristiani sono perseguitati con la penna ed altrove gli fanno la cotenna...(cito a memoria il caffè mattutino di p. Livio)...>

* Nel 2009 uccisi 37 missionari. Nel silenzio...>

Dovrei aggiungere un'immagine delle tre scimmiette NON VEDO, NON SENTO, NON PARLO: certi argomenti continuano ad essere i più osceni in assoluto.

domenica 10 gennaio 2010

vincoli familiari e non

Vi ricordate i pps "Buongiorno nel Signore" che ad alcuni amici ho spedito via email? Eugenio Marrone, il papà di questa bella famiglia, ne è l'autore.



Ti spaventano i vincoli ???

venerdì 8 gennaio 2010

veglia di capodanno

Qualche immagine della nostra...
veglia capodanno

e alcune parole di un'altra...>

L'AMORE fa la differenza tra le persone!

Una ragazza stava aspettando il suo volo in una sala d'attesa di un grande aeroporto. Siccome avrebbe dovuto aspettare per molto tempo, decise di comprare un libro per ammazzare il tempo. Comprò anche un pacchetto di biscotti. Si sedette nella sala VIP per stare più tranquilla. Accanto a lei c'era la sedia con i biscotti e dall'altro lato un giovane di colore che stava leggendo il giornale. Quando cominciò a prendere il primo biscotto, anche il giovane ne prese uno; lei si sentì indignata ma non disse nulla e continuò a leggere il suo libro. Tra lei e lei pensò: "Ma tu guarda che schifo, che arroganza, che maleducazione…se solo avessi un po' più di coraggio, gliene direi quattro, tornatene al tuo Paese, prima di viaggiare impara ad essere civile...". Così ogni volta che lei prendeva un biscotto, il giovane di colore accanto a lei, senza fare un minimo cenno, ne prendeva uno anche lui. Continuarono fino a che non rimase solo un biscotto e la donna pensò: "Ah, adesso voglio proprio vedere cosa farà.…!" Il giovane di colore prima che lei prendesse l'ultimo biscotto lo divise a metà!
"Ah, questo è troppo", pensò e cominciò a sbuffare ed indignata si alzò di scatto, borbottò a bassa voce "i cafoni dovrebbero restare a casa", prese le sue cose, il libro e la borsa e si incamminò verso l'uscita della sala d'attesa.
Quando si sentì un po' meglio e la rabbia era passata, si sedette su una sedia lungo il corridoio per non attirare troppo l'attenzione e per evitare altri incontri spiacevoli. Chiuse il libro e aprì la borsa per infilarlo dentro quando....nell'aprire la borsa vide che il pacchetto di biscotti era ancora tutto intero nel suo interno. Capì solo allora che il pacchetto di biscotti uguale al suo era del giovane di colore che si era seduto accanto a lei e che però aveva diviso i suoi biscotti con lei senza sentirsi indignato, schifato, nervoso. Al contrario di lei che aveva sbuffato, ma che ora si sentiva sprofondare nella vergogna…
(Ignoto)


“Alla sera della vita, saremo giudicati sull'amore”
San Giovanni della Croce
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Agnostico che cerca di essere obbiettivo


Date retta a me, vecchio incredulo che se ne intende: il capolavoro della propaganda anti-cristiana è l'essere riusciti a creare nei cristiani, nei cattolici soprattutto, una cattiva coscienza; a instillargli l'imbarazzo, quando non la vergogna, per la loro storia. A furia di insistere, dalla Riforma sino ad oggi, ce l'hanno fatta a convincervi di essere i responsabili di tutti o quasi i mali del mondo. Vi hanno paralizzati nell'autocritica masochistica, per neutralizzare la critica di ciò che ha preso il vostro posto. Femministe, omosessuali, terzomondiali e terzomondisti, pacifisti, esponenti di tutte le minoranze, contestatori e scontenti di ogni risma, scienziati, umanisti, filosofi, ecologisti, animalisti, moralisti laici: da tutti vi siete lasciati presentare il conto, spesso truccato, senza quasi discutere. Non c'è problema o errore o sofferenza della storia che non vi siano stati addebitati. E voi, così spesso ignoranti del vostro passato, avete finito per crederci, magari per dar loro manforte. Invece io (agnostico, ma storico che cerca di essere oggettivo) vi dico che dovete reagire, in nome della verità. Spesso, infatti, non è vero. E se talvolta del vero c'è, è anche vero che, in un bilancio di venti secoli di cristianesimo, le luci prevalgono di gran lunga sulle ombre. Ma poi: perché non chiedere a vostra volta il conto a chi lo presenta a voi? Sono forse stati migliori i risultati di ciò che è venuto dopo? Da quali pulpiti ascoltate, contriti, certe prediche? (Leo Moulin)

mercoledì 6 gennaio 2010

Erode SEMBRA sempre essere più forte


"La fede è donata a chi torna bambino. La presunzione di avere già formulato un giudizio definitivo sulle cose rende chiusi ed insensibili"

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venerdì 1 gennaio 2010

specchio???

Per De Sica? Il cinema è solo cinepanettoni...>



«Questo film è uno specchio della società. È l’Italia di oggi a essere un paese volgare. Io non invento nulla, interpreto personaggi autentici» si difende lui.

MA NON PUO' GIRARE LO SPECCHIO DA UN'ALTRA PARTE??!!!




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"Quando ho piantato il mio dolore nel campo della pazienza, mi ha dato il frutto della felicità". Con queste parole di un bambino di Villa Sant'Angelo rasa al suolo dal terremoto, vi giungano, amici, la mia preghiera e il mio affetto in questo primo giorno dell'anno. Il 2010 sia l'anno della ricostruzione della nostra città dell'Aquila e del tessuto sociale. Dio ci accompagni e ci ripeta ogni giorno: "Non temere".
Don Giovanni D'Ercole