martedì 11 marzo 2008

cosa ci distingue dall'animalità?

Oggi E.Scalfari "ex cathedra" afferma che il pensiero distingue l'umanità dall'animalità.
Già, ma vorrei dire - senza tanti sproloqui - che a me balza all'occhio un'altra differenza...



Lo stupore è la fonte alla quale i filosofi attingono il loro grande sapere. Incontrano e contemplano i prodigi della natura, come per esempio i terremoti, il tuono..., le eclissi solari e lunari, e colpiti da tali meraviglie, ne cercano le cause. In questo modo, mediante ricerche pazienti e lunghe investigazioni, giungono a un sapere e a una sottigliezza notevoli, chiamati dagli uomini “filosofia naturale”.

Esiste però un’altra forma di filosofia più elevata, che supera la natura, alla quale si giunge anche mediante lo stupore. E, senz’alcun dubbio, fra quanto caratterizza la dottrina cristiana, è particolarmente straodinario e meraviglioso il fatto che il Figlio di Dio, per amore per l’uomo, abbia consentito ad essere crocifisso e a morire sulla croce... Non è forse sorprendente che colui per cui dobbiamo avere il più grande timore rispettoso abbia provato una paura tale da sudare acqua e sangue?... Non è forse sorprendente che colui che dà la vita ad ogni creatura abbia tollerato una morte così ignobile, crudele e dolorosa?

Così coloro che si sforzano di meditare e di ammirare questo “libro” così staordinario della croce, con un cuore mite e una fede sincera, giungeranno a un sapere più fecondo di quanti, in gran numero, studiano e meditano quotidianamente sui libri ordinari. Per un vero cristiano questo libro è un oggetto di studio sufficiente per tutti i giorni della vita. (John Fisher)