domenica 28 ottobre 2007

non chiamarmi straniero

A causa del grembo materno diverso,
o perchè i racconti della tua infanzia
ti hanno forgiato in un’altra lingua,
non chiamarmi straniero.
Il tuo grano è simile al mio grano,
la tua mano, simile alla mia,
il tuo fuoco, simile al mio fuoco,
e tu mi chiami straniero!
Perchè in un altro popolo sono nato,
perchè altri mari conosco,
perchè un altro porto, un giorno, ho lasciato,
non chiamarmi straniero
E’ lo stesso grido che noi portiamo
è la stessa fatica che trasciniamo,
quella che sfianca l’uomo dalla notte dei tempi,
quando non esisteva nessuna frontiera,
prima che arrivassero quelli
che dividono e uccidono,
quelli che rubano, quelli là, gli inventori
di questa parola: straniero.
Triste parola ghiacciata, tanfo d’oblio e d’esilio.
non chiamarmi straniero.
guardami bene negli occhi,
ben al di là dell’odio,
dell’egoismo e della paura
e vedrai che sono un uomo.
No, non posso essere straniero!

(autore sconosciuto)